Logica
Socializzazione
Creatività
Perché proprio gli scacchi come strumento educativo per la scuola?
Le rilevazioni scolastiche denotano, sempre più spesso, diffusi deficit nella capacità di attenzione e concentrazione dei giovani. Si fanno sempre più cose e sempre più in fretta. Pensare prima di muovere, una necessità che caratterizza il gioco degli scacchi, nell’attuale contesto è diventato un gesto inusuale. Gli scacchi, lo sport della mente per eccellenza, sono al tempo stesso un gioco, una scienza, un’arte e un linguaggio universale in grado di unire il mondo e le generazioni, ma con essi si può fare questo e molto di più.
Gli scacchi aiutano come modello ideale lo sviluppo corretto delle capacità cognitive e metacognitive e nel loro aspetto ludico permettono di condurre questo processo in modo naturale e dinamico queste caratteristiche contribuiscono a rendere il gioco degli scacchi un’attività sportiva in cui gli allievi possono esprimere la propria aggressività all’interno di una cornice con regole e limiti ben definiti e per la sua dimensione socializzante il gioco stimola l’integrazione sociale. Per questi aspetti l’introduzione nella scuola di un percorso che abbia come tema gli scacchi può essere un contributo alla prevenzione del disagio scolastico e del bullismo; senza per questo rappresentare l’unica soluzione al fenomeno.
Il gioco degli scacchi può anche essere pensato come uno strumento per la riabilitazione dei bambini con difficoltà d’apprendimento poiché, come e più di altri giochi, costituisce una buona occasione per l’esercizio di funzioni esecutive.
Di seguito è possibile trovare il seguente materiale informativo, relativo al progetto “Scacchi a Scuola – un gioco per crescere”.
1- La proposta didattica
La proposta di un corso di scacchi nella scuola nasce fondamentalmente dalla constatazione dell’effetto positivo che essi esercitano nell’apprendimento delle materie scolastiche.
Per mettere in risalto il valore culturale, pedagogico e associativo di questo gioco, vale la pena riassumere alcuni risultati di ricerche condotte:
- Aumento delle capacità di attenzione e concentrazione;
- Sviluppo della tendenza ad organizzare il proprio studio o lavoro secondo un piano preordinato;
- Crescita delle capacità di previsione e di visualizzazione;
- Rafforzamento delle capacità di memorizzazione;
- Spinta all’impegno formativo, indotta dalla necessità di essere preparati ad affrontare le difficoltà della partita;
- Conquista di maggiore spirito decisionale;
- Sviluppo della logica astratta e della visione sintetica;
- Aumento della creatività;
- Maggiore efficienza intellettiva
II gioco consente infine di realizzare una “piccola rivoluzione pedagogica” poiché capovolge costantemente nella pratica ludica il rapporto maestro-allievo.
L’esperienza dei Circoli ci ha permesso di verificare che il gioco degli scacchi permette ai bambini di sperimentare nuove strategie di apprendimento e gettare le basi di quelle che saranno le strutture del pensiero logico-deduttivo. Parallelamente al progredire delle capacità di gioco c’è un incremento delle abilità di risolvere problemi logico-matematici e di organizzare l’espressione scritta e orale.
Non meno importanti sono gli aspetti formativi evidenziati sul piano della socializzazione. L’accettazione collettiva delle regole scacchistiche porta gli alunni a far proprio un gioco fortemente strutturato. Si impara, dunque, a rispettare gli avversari-amici attraverso un insieme di leggi valide per tutti, fin quando si gioca. Fra tanta logica e tante regole c’è, però, sempre spazio per la creatività e la fantasia. Il gioco degli SCACCHI è pensiero sotto forma di gioco, palestra logica, di fantasia e vita. Lo scopo del suo insegnamento è semplice e grande: imparare in modo divertente a crescere e migliorarsi, pronti a stringersi la mano da buoni amici alla fine di ogni “singolar tenzone”.
2- L’Insegnamento degli Scacchi: Il Metodo
Il principio fondamentale da seguire è quello di mettere l’allievo in grado di poter giocare il più presto possibile. Questo significa che, in una fase iniziale, è opportuno fornire solo quelle regole che sono veramente indispensabili per poter giocare una partita (movimento dei pezzi, scacco, scacco matto). Il motivo fondamentale è che ci troviamo di fronte a studenti, con una capacità di attenzione limitata a brevi periodi e non possiamo pensare che essi possano ascoltarci con attenzione mentre spieghiamo tutte le regole del gioco che sono numerose e complesse. Ad una certa età, gli scacchi sono un gioco e nulla più e l’alunno vuole essenzialmente giocare. Non dobbiamo correre il rischio di annoiarlo fin dall’inizio, potremmo compromettere il suo interesse e il suo entusiasmo per il gioco. All’inizio, pertanto saranno presentate mosse tattiche brevi e combinazioni semplici che portano ad un risultato subito visibile (cattura di un pezzo, scacco matto ecc.); in seguito si potrà passare ai cosiddetti principi strategici elementari (per esempio, lo sviluppo dei pezzi in apertura e la tattica dei finali) e solo alla fine saranno illustrate le strategie e le tattiche sofisticate del centro partita. È comunque opportuno che l’alunno vada affinando man mano il gioco sulla base delle esperienze dirette, dei tentativi pratici, adoperando in modo sempre più efficace la sua fantasia e la sua capacita di calcolo. Naturalmente compito dell’insegnante sarà quello di guidare l’alunno sui momenti più positivi di questi esperimenti, attraverso una sintesi delle considerazioni tattiche e strategiche che via via emergono, senza dare valore assoluto a quello che viene insegnato ma stimolandolo a cogliere la relatività di questi concetti che andranno ricostruiti sulla base delle proprie esperienze. Bisogna insistere, negli scacchi come in ogni altra attività, su un apprendimento ragionato, non puramente meccanico o mnemonico, anche perché gli apprendimenti basati sulla reale comprensione e non sulla semplice memorizzazione possono essere ricostruiti, nel caso in cui vengano dimenticati e possono essere applicati a situazioni diverse.
Attraverso questa graduale presa di coscienza, non solo si migliorerà il modo di giocare a scacchi, ma verrà favorito anche lo sviluppo più generale della personalità, nel senso che gli scacchi sono uno stimolo a confrontarsi con il proprio innato egocentrismo e, implicitamente, a superarlo. I costanti scambi di pensiero con gli altri, infatti, permettono di “decentrarsi”, e danno la possibilità di coordinare interiormente i rapporti derivati dalle differenti visuali.
Interessante è l’impiego del fattore agonistico in una classe o, più in generale, in un gruppo di giocatori. Senza dubbio l’agonismo è per l’alunno una componente naturale del gioco che non c’è motivo di reprimere, ma che nemmeno va esasperata. L’organizzazione di piccoli tornei è quindi uno sbocco quasi inevitabile, anzi utile e stimolante, dopo una prima fase di apprendimento. In questo campo, una particolare valenza educativa è da attribuire ai tornei a squadre, dove la prestazione individuale è in funzione di un obiettivo comune e ciò può contribuire ad esaltare lo spirito di solidarietà e di collaborazione con gli altri, nonché la comunicazione in senso più generale.
3- Gli scacchi: pensare prima di muovere
Le rilevazioni scolastiche denotano, sempre più spesso, diffusi deficit nella capacità di attenzione e concentrazione. Si fanno sempre più cose e sempre più in fretta. Pensare prima di muovere, una necessità che caratterizza il gioco degli scacchi, nell’attuale contesto è diventato un gesto inusuale.
Gli scacchi, lo sport della mente per eccellenza, sono al tempo stesso un gioco, una scienza, un’arte e un linguaggio universale in grado di unire il mondo e le generazioni, ma con essi si può fare questo e molto di più.
L’inserimento della pratica del gioco degli scacchi a scuola può aiutare a far fronte alle problematiche sottolineate perché permette di:
- educare alle regole e al senso sociale e di comunità;
- stimolare il pensiero e la libera espressione responsabile come valore in sé, al di là delle competenze scacchistiche acquisite;
- educare al piacere dell’impegno mentale;
- favorire il rispetto per gli altri, abituare ad accettare e ad affrontare le difficoltà quotidiane;
- favorire i rapporti tra i pari nel gruppo per la socializzazione e l’arricchimento personale;
- accrescere il senso critico ed autocritico (valutazione ed autovalutazione simbolica);
- sviluppare gradualmente le capacità di analisi, valutazione, sintesi e organizzazione delle attività e degli interessi personali;
- creare una continuità educativa e valoriale scuola-famiglia (genitori, nonni, fratelli, parenti);
- favorire l’integrazione della disabilità e delle diverse etnie.
Obiettivi specifici
Nel gioco degli scacchi le funzioni educative più evidenti sono le funzioni socializzante, cognitiva ed etica, ma questo non significa che l’affettività, le emozioni e la sensibilità debbano essere poste in secondo piano.
Attraverso un adeguato approccio le funzioni del gioco degli scacchi saranno valorizzate in una prospettiva educativa.
Approfondire e applicare i concetti teorico-pratici elementari e fondamentali del gioco degli scacchi portando gli allievi alla loro conoscenza completa.
Offrire uno strumento piacevole, oltre che impegnativo, per favorire lo sviluppo cognitivo e affettivo (pensiero formale, fiducia nei propri mezzi, rispetto dell’altro, accettazione del confronto e delle critiche).
Obiettivi didattici generali
- sviluppo mentale;
- affrontare e risolvere situazioni problematiche e di presa di decisione;
- sviluppare le capacità logiche, di ragionamento e di astrazione;
- sviluppare capacità di analisi, sintesi, approfondimento;
- rafforzare la memoria in generale, la memoria visiva in particolare e quindi l’attenzione;
- sviluppare la creatività, la fantasia;
- favorire, con lo sviluppo del linguaggio scacchistico, la capacità e l’abilità d’argomentazione;
- stimolare il pensiero formale-organizzato.
4- Formazione del carattere
- migliorare le capacità di riflessione;
- sviluppare l’esercizio della pazienza;
- controllare l’impulsività, l’emotività, l’approssimazione, la superficialità e la presunzione;
- favorire la formazione di una coscienza autocritica;
- stimolare la fiducia in sé stessi, l’autocontrollo, le capacità decisionali, il senso di responsabilità e la maturazione generale;
- incoraggiare e sviluppare lo spirito d’iniziativa;
- stimolare l’autovalutazione, l’autoregolazione delle emozioni;
- sviluppare un’equilibrata valutazione dei propri comportamenti e della propria personalità.
- rispettare le regole e la correttezza;
- rispettare l’avversario;
- favorire e sviluppare la leale competitività;
- sublimare nel gioco la propria aggressività;
- accettare la sconfitta e adattarsi alla realtà;
La tabella che segue tenta un parallelismo fra alcuni aspetti tipici degli scacchi ed un’estrapolazione verso caratteristiche chiaramente educative e formative.
Situazione negli scacchi | Caratteristiche educative e formative |
---|---|
Concentrazione ed immobilità quando si sta riflettendo su una mossa | Sviluppo di capacità di autocontrollo fisico e psichico |
Dover concludere un certo numero di mosse in un determinato tempo | Ripartizione e miglior sfruttamento del tempo a propria disposizione |
Trovata una mossa buona, cercarne una ancore migliore | Continuo tentativo di miglioramento |
Fra le varie mosse considerate bisogna sceglierne solo una e da soli | Sviluppo delle capacità di decidere in autonomia |
L’esito della partita indica quale dei due giocatori aveva l’idea giusta | Rispetto delle opinioni altrui |
Decidere una mossa | Percezione della posizione e del valore degli oggetti |
Passare da una posizione iniziale di parità ad una brillante conclusione | Creatività ed immaginazione |
Muovere solo dopo aver considerato la continuazione | Sviluppo della capacità di riflessione |
Una mossa deve essere la conseguenza logica della precedente | Sviluppo della capacità di concepire ed eseguire schemi e processi logici |
Una mossa deve preparare in modo coerente la successiva | Intuizione |
6- Contenuti del corso 2020/2021
Scuola primaria Classi 1°
GIOCOMOTRICITA’ su Scacchiera gigante
- La scoperta della scacchiera
- La verticale avanti e indietro
- Orizzontale e verticale La diagonale
- Gli spostamenti
- Le catture
- Le coordinate
Scuola primaria Classi 2°
GIOCOMOTRICITA’ su Scacchiera gigante
- Gioco con le coordinate
- Gioco con lettere e numeri
- La leggenda degli scacchi, IL RE
- Gioco con TOR
- Gioco con ALFI
- Gioco con GINA
- Gioco con ADONE
- Gioco con LALLO
Scuola primaria Classi 3°
- Introduzione alla storia del gioco Ausilio di un software
- Attuazione del progetto S.A.M. (scacchi apprendimento matematica)
- Sistema cartesiano (coordinate) Movimento dei pezzi Valore dei pezzi
- Mosse complesse (Arrocco, En-passant)
- Giocare una partita
Scuola primaria Classi 4°
- Ripasso generale
- Giocare una partita
- Visione di partite di Grandi Maestri
- Introduzione della logica
- Usare le basi del gioco
- Esercizi di scacco matto
- Analisi e commenti di situazioni createsi giocando
Scuola primaria Classi 5°
- Introduzione alla strategia
- Introduzione alla tattica
- Il centro
- Apertura (generale)
- Notazione (scrivere e leggere una partita di scacchi)
- Finali (generale)
- Esercizi di scacco matto complessi
- Preparazione ad un torneo
Scuola secondaria 1° e 2° grado
- Studio della strategia livello didattico (pedone isolato, settima, alfiere buono, avamposto, ecc.…)
- Studio della tattica (infilata, inchiodatura, attacco doppio, scacco doppio, forchetta, scacco di scoperta, distruzione dell’arrocco, ecc.…)
- Apprendimento di un sistema di gioco personale ( london system , riccio , triangle system )
- Studio di aperture (partita italiana, partita di donna, difesa francese e semislava)
- Esercizi complessi (strategici, tattici, scacco matto)
- Studio dei finali (regola del quadrato, finali di torre, finali di pezzi)
- Preparazione ad un torneo
7- Lista istruttori
- Istruttore capo Marco Pelagalli
- Istruttore nazionale Adriano Carletti
- Istruttore nazionale Alice Dorici
- Istruttore base Irene Micheloni
- Istruttore base Piero Ciccale’
- Istruttore base Cerquetti Edoardo
- Istruttore base Matteo Emili
- Istruttore base Alessio Gattafoni
- Istruttore base Andrea Pe